FLARE – io creo video


https://www.facebook.com/flareiocreovideo

 

Identità e narrazione. Essere videomaker attraversa più campi dell’esperienza audiovisiva, che certamente hanno il focus nel linguaggio audiovisivo e nella comunicazione, per trascendere in spazi che comprendono la scrittura, l’arte, la letteratura, il teatro, il cinema , la televisione e molto altro. La passione di coloro che vivono  questo mestiere, che ha un sottofondo artigianale e che consente di potersi esprimere in modo artistico, è un motore decisamente centrifugo e centripeto allo stesso tempo, rispetto al quale l’essere videomaker non è solo un lavoro ma uno stato dell’essere. Il videomaker è sempre attivo e in continua formazione, naviga in un processo liquido, si muove tra isole e spesso è esso stesso un’isola in movimento. Uno degli aspetti per cui nasce “Flare” è quello di voler trovare uno spazio fisico comune all’incontro di queste isole, per poterne conoscere percorsi e modi d’essere. Noi creiamo video seppur in modi e con finalità diverse, ridefiniamo ogni giorno i nostri limiti e sbagliamo per poter far si che l’esperienza sul campo sia un terreno di crescita. Lavorare da soli o in team, puntare sull’aspetto creativo o tecnico, costruire un’atmosfera o ricalcare un modello riuscito, sono solo alcuni aspetti di un mondo di per sé complesso e mai facile da ridurre ai minimi termini. Nel momento in cui si raggiunge la consapevolezza del proprio essere videomaker, si costruisce un proprio modo di raccontare per immagini, un proprio stile, dal quale a volte si fugge per non sentirsi ingabbiati e identificabili. In ogni caso quello che serve a questa entità per poter operare, costruire puzzle e cucire nuove realtà è la capacità di saper raccontare attraverso l’audiovisivo. Raccontare storie è uno degli elementi che ha sempre accompagnato l’uomo sin dalle origini, per questo la sua funzione è applicabile in ogni campo, sia esso ludico, commerciale o di altra natura. Il videomaker sa che quando deve creare un mondo di parole immagini e suoni ha la possibilità di farlo in modi infinitamente diversi, a seconda dei casi e dei mezzi a disposizione. Lo sviluppo dell’idea che condurrà ad una soluzione audiovisiva è personale e può passare attraverso diverse fasi. Sarebbe stimolante trovarsi  all’interno di uno spazio dove poter assistere a proiezioni, incontrare approcci diversi a quello che può essere un modo di vedere e comunicare porzioni di realtà, conoscere tecniche personali , curiosi backstage e piccole storie, innescare potenziali collaborazioni, accendere schermi su curiosità inespresse. Ci sono viaggi in treno che ti donano lo spunto per come costruire una scena, sfogliare di pagine che ti svelano possibili collegamenti, una scena di ordinaria quotidianeità ti catapulta verso l’inaspettato. La storia si fa visione e ti viene incontro. Perché le hai preparato la strada, hai ascoltato un brano musicale mille volte, hai letto la storia del paese fino a sentirti ormai un abitante dello stesso, hai scandagliato archivi di aziende e scoperto come si fa nel dettaglio un trapianto di midollo. Osservare, conoscere, approfondire e reinterpretare secondo la propria visione. Su carta, su timeline, su frame. Il videomaking nasce in tempi decisamente recenti, l’epoca del digitale ne accelera usi e consumi, il mercato influenza moda e costumi, la sua richiesta in ambiti di vario genere lo conduce ad esplorare cosmi e microcosmi, la sua figura può essere trasversale o la sua definizione fugace, ma la sua identità e capacità narrativa sono parti di quella storia che ci piacerebbe raccontare.