Radio Mamoste


RADIO MAMOSTE

Regia:   Marco Bartolomucci – Alfredo Covino

Genere:  Documentario

Formato: Full Hd

Durata:  72’

 

 

”Non è come quando la pioggia smette e l’ombrello viene dimenticato chissà dove. Qui non puoi permetterti di dimenticare. Qui è lo spazio d’attesa al gusto di tè caldo, sorseggiato al ritmo dei dadi. Non si vince e non si perde. Cercare un senso  appeso ad una frequenza radio, sopravvissuta ad un cielo di brace e polvere da sparo”.

Sinossi:

Mamoste è il soprannome di Abdurrahaman Ozel, rifugiato politico curdo che vive in Italia da ormai 15 anni. Egli è un cantante molto conosciuto nel suo paese d’origine, che si accompagna con il saz, la chitarra saracena. Mamoste, costretto come tanti a fuggire in quanto personaggio politicamente scomodo, ha vissuto l’orrore del carcere e delle torture. Ha visto morire parenti e amici. Abdurrahaman Ozel non ha ancora 60 anni, ma il tempo ha lasciato tracce evidenti sul suo corpo. La sua forte miopia e i problemi di deambulazione non rendono facile la sua quotidianità, per questo la sorella Cahide lo ha raggiunto in Italia. È lei che si aggira nei meandri della burocrazia, muovendosi nel traffico urbano alla ricerca di uffici e carte da firmare. Fatma, una donna curda arriva a Roma. Ha combattuto contro l’Isis. In occasione del Newroz, racconta la sua storia mettendo in scena una coreografia di danza tipica curda. Le prove avvengono in un centro socio culturale, sorto da poco nella periferia di Roma.  Mamoste viene coinvolto nella performance, dando vita ad una commistione di musica, canto e danza. Il cantante decide di tornare nel suo paese d’origine, intraprendendo un viaggio in barca dall’esito incerto. Prima di partire affiderà la radio a Fatma. Un “affidare” che rappresenta simbolicamente  un passaggio dal “vecchio” al “nuovo” modo di raccontare, contemplando l’arte orale e musicale come un modo di portare culturalmente avanti le questioni politiche e sociali; per guardare il conflitto come qualcosa che riguarda tutti da vicino.